La problematica legata all’insegnamento della civica e all’educazione alla cittadinanza rappresenta una preoccupazione costante nelle vicende della scuola e diventa spesso oggetto di dibattito nei rapporti che quest’ultima intrattiene con la società di riferimento in cui essa svolge il suo compito educativo e istruttivo. È infatti risaputo che l’esigenza di assicurare alle future generazioni gli elementi essenziali per inserirsi armoniosamente e partecipare attivamente alla vita della comunità nelle vesti di futuri adulti emerge in modo ricorrente e quasi sempre per segnalare la necessità di potenziare il ruolo della scuola in questo arduo compito.
A farsene promotori sono spesso i politici, le istituzioni e gli opinion leader che, prendendo spunto da eventi di attualità (appuntamenti elettorali, fatti di cronaca), evidenziano come le generazioni montanti denotino disimpegno, lacune conoscitive, ecc., ravvisando nell’operato della scuola una delle possibili ragioni di queste situazioni di segno negativo.
Nel caso specifico della ricerca oggetto di questo rapporto, complice anche il passaggio di millennio, nei primi anni successivi al 2000 vi è stato un crescendo di iniziative che ha avuto uno sbocco concreto nell’inserimento di un nuovo articolo nella Legge della scuola e nella realizzazione all’interno della scuola di misure a sostegno di un potenziamento dell’insegnamento della civica e dell’educazione alla cittadinanza, con un’attenzione particolare rivolta ai gradi Secondario I e II.
È proprio in coda a queste iniziative che, passato un lasso di tempo ragionevole, il Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport (DECS) ha deciso di avvalersi di alcuni elementi di valutazione sulla natura e la portata dell’esperienza, dando mandato al Centro Innovazione e Ricerca sui Sistemi Educativi (CIRSE) del DFA di condurre una ricerca volta a verificare gli effetti di quanto realizzato nelle scuole coinvolte. In particolare, si voleva disporre di elementi di bilancio sulle modalità di implementazione della riforma, sugli effetti prodotti a livello di istituti scolastici (promozione di attività legate all’educazione alla cittadinanza), di docenti (visioni, azioni didattiche prodotte, grado di soddisfazione) e soprattutto di allievi (conoscenze, atteggiamenti, opinioni) che, non dimentichiamolo, sono il destinatario principale e finale di tutto quanto la scuola realizza.
Ricordiamo qui brevemente i contenuti, i vincoli, i tempi, le scadenze e le risorse che caratterizzano questa ricerca, segnalando nel contempo che l’indagine condotta dal CIRSE persegue lo scopo generale di valutare gli effetti del potenziamento dell’insegnamento della civica e dell’educazione alla cittadinanza sugli istituti, sui docenti ed evidentemente anche sugli allievi. I settori scolastici coinvolti sono stati tre: Scuola media (SM), Scuola media superiore (SMS) e Scuole professionali (SP), focalizzando l’attenzione sugli anni terminali dei rispettivi curricoli di studio.
Concretamente, abbiamo proceduto all’analisi degli elementi di contesto da cui ha preso origine la riforma (mass media, atti e decisioni parlamentari, modifiche legislative), per in seguito verificare, a livello dei vari settori scolastici, gli sforzi (modifiche dei piani formativi, direttive degli esperti, pubblicazione di rapporti, test di valutazione, ecc.) per fare proprie le indicazioni sul piano politico. Tale fase ha permesso di porre in risalto alcuni elementi legati all’implementazione dei cambiamenti auspicati. A questo proposito va segnalato che la tempistica stessa della richiesta di valutazione del potenziamento (domanda inoltrata nel 2009) non ha permesso un vero monitoraggio del processo nel suo sviluppo, ma unicamente un lavoro di indagine a posteriori di tipo documentale. Il grosso del lavoro svolto è stato profuso, dunque, nello sforzo di rilevare gli effetti a medio termine dell’intera esperienza legata all’insegnamento della civica e dell’educazione alla cittadinanza, mettendo sotto la lente della ricerca l’anno scolastico 2010-11. Grazie a un questionario destinato alle direzioni abbiamo allestito un repertorio esaustivo delle attività concretamente proposte da ogni singolo istituto scolastico sul fronte dell’insegnamento della civica e dell’educazione alla cittadinanza. In seguito, con la somministrazione di un questionario a tutti i docenti dei settori scolastici coinvolti, abbiamo raccolto informazioni sui vissuti, le opinioni, il grado di soddisfazione e il giudizio sull’impatto della riforma. Infine, grazie a un questionario comprensivo di un test di valutazione degli apprendimenti (output) e di alcune domande volte a indagare valori, opinioni e soddisfazione, abbiamo potuto disporre di dati riguardanti un campione di allievi di quarta media, così come degli anni terminali dei curricoli delle SMS e di alcune SP.
In questo documento il lettore troverà riscontro delle varie fasi che hanno contraddistinto il percorso di ricerca, degli esiti delle analisi condotte, così come di alcune riflessioni conclusive maturate dai ricercatori.
Nel capitolo in coda a queste note introduttive (il secondo), abbiamo sviluppato alcuni brevi riferimenti teorici concernenti l’insegnamento della civica e l’educazione alla cittadinanza e le relazioni tra questi due ambiti, cercando di evidenziarne analogie e differenze nei contenuti e nelle modalità didattiche adottate nelle pratiche di insegnamento. Vi si trovano pure alcune indicazioni sulla doppia matrice metodologica che sostiene questo lavoro di ricerca e, infine, alcune motivazioni sulla scelta degli strumenti utilizzati per la raccolta dei dati. Nel terzo capitolo poniamo in risalto gli elementi contestuali da cui hanno preso origine le iniziative che hanno concorso a promuovere il potenziamento della civica e dell’educazione alla cittadinanza nella scuola ticinese, mentre nel quarto lo sforzo si focalizza sulle modalità con cui gli “attori” scolastici hanno fatto proprie le richieste emanate dal Parlamento ticinese, attivando i necessari dispositivi di implementazione per dare vigore all’insegnamento di queste dimensioni di vita politica e sociale.
Il quinto capitolo – il più corposo – offre una panoramica approfondita e sistematica delle analisi svolte sui numerosi dati raccolti a livello di istituti, di docenti e di allievi.
Il rapporto si conclude con alcuni elementi di bilancio sulle attività prodotte attorno alla civica e all’educazione alla cittadinanza sull’arco del decennio, esprimendo anche qualche prospettiva sugli sviluppi possibili di questi insegnamenti e sulle loro ricadute per la scuola e, in ultima analisi, per i giovani coinvolti.
Al seguente link è possibile scaricare il documento integrale SUPSI_Quaderni di ricerca_3_Cittadini-a-scuola