“INITIATIVE ZUR STAERKUNG DER POLITISCHEN BILDUNG”
Iniziativa popolare dei Giovani Liberali di Basilea Città
Cappello
Abbiamo deciso di iniziare la serie dei commenti e delle opinioni positive e negative sulla Iniziativa Popolare ticinese “Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)” riportando, tradotto dal tedesco all’italiano, il testo della iniziativa basilese per ottenere l’insegnamento di una nuova materia, “La Politica”, nelle scuole del Cantone di Basilea Città. Lo riportiamo con ammirazione sincera verso questo gruppo di giovani, che non conosciamo, ma che hanno saputo descrivere perfettamente l’ambiente politico del loro Cantone per quanto riguarda la formazione dei giovani nell’ambito del funzionamento della politica.
In questo articolo si ritrovano, purtroppo, molti degli elementi che caratterizzano la situazione ticinese.
Esso inizia con l’inno alla Democrazia svizzera, definita come il Paese più democratico del mondo grazie al suo ordinamento costituzionale.
Continua poi con l’appello alla scuola, responsabile della formazione dei giovani in questo ambito. Riporta anche la delusione di vedere che molti docenti trascurano questo aspetto importante della loro missione, marginalizzando il tema “Politica” e poi dice:
Adesso basta aspettare.
Buona lettura.
A.S.
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La Svizzera è, per ciò che concerne il sistema politico, un’eccezione a livello mondiale; viviamo in una democrazia semi-diretta e siamo perciò senz’altro i “democratici più radicali” del mondo. Una singola persona può fare di una proposta cui tiene – le poche restrizioni esistenti, sono un minimo ostacolo – il tema politico più dibattuto e, in caso di successo in votazione, anche vederla applicata. Tutto ciò di cui questa persona necessita, sono (a livello nazionale) 100’000 firme valide di Svizzere e Svizzeri con diritto di voto.
Questo sistema “radicalmente democratico” ha tuttavia delle regole chiare, che si dovrebbero assolutamente conoscere per poter sfruttare appieno i propri diritti. La formazione politica nella scuola dovrebbe portare a conoscenza degli allievi, che costituiscono il futuro popolo votante, queste regole. Da questi giovani non ci si può aspettare che capiscano di primo acchito la struttura dello Stato, la separazione dei poteri, il funzionamento dell’assemblea federale, eccetera. Dovrebbe invece essere la scuola, il luogo dove avere i primi contatti con il sistema politico, dove iniziare a capirne le implicazioni fondamentali e dove cominciare a interessarsi agli attuali avvenimenti politici. Così facendo, cresce anche la probabilità che aumenti la partecipazione a votazione ed elezioni.
La formazione politica dovrebbe avere per effetto l’apprendimento dei retroscena e le basi di questo sistema, al fine di poter sfruttare in modo ottimale il diritto di co-partecipazione. Questa è però marginalizzata nel nuovo piano di studi 21. Nella scuola secondaria, la nuova materia composta “Natura, essere umano, società” è stata suddivisa in quattro sottomaterie, di cui una a nome “Spazi, tempi, società (con geografia e storia). Questa consiste a sua volta in 27 grandi temi che coprono uno spettro piuttosto vasto (dai fenomeni naturali attraverso il 18°, 20° e 21° secolo fino all’importanza del turismo). Questi 27 temi sono poi di nuovo suddivisi un 100 sottotemi “più piccoli”. Uno di questi “piccoli” sottotemi tratta i diritti e i doveri politici derivanti dalla democrazia svizzera.
Dopo questa esposizione non è davvero più necessario sottolineare quanto poco peso sia dato a questo tema essenziale – in particolare per noi Svizzere e Svizzeri – nel piano di studi 21. Inoltre, è lasciato a ogni docente decidere quali debbano essere i puti di rilevanza. Alcuni docenti danno un grande valore alla formazione politica, il che è molto apprezzabile, ma altri purtroppo meno. Il problema dell’ordinamento nel nuovo piano di studi è che è sempre possibile che un’allieva o un allievo cui viene attribuito un insegnante “sbagliato” in questa materia, alla fine del periodo scolastico ha una conoscenza di base del sistema politico lacunosa (sempre che ne abbia).
Noi Giovani liberali di Basilea-Città abbiamo tentato ormai abbastanza di spiegare, con lettere, azioni, eccetera, al Dipartimento educazione, quanto importante sia la formazione politica e come l’attuale ordinamento costituisca una soluzione approssimativa e inadeguata. Spesso non siamo nemmeno stati ascoltati e, quando eccezionalmente lo è stato fatto, il Direttore della formazione di Basilea, Christoph Eymann, ci ha detto che si sarebbe personalmente impegnato a favore della formazione politica nell’impostazione del nuovo piano di studi. Il risultato non è davvero stato quello da noi auspicato e richiesto (e che tuttora chiediamo). Il tema “Politica” continua a essere marginalizzato.
Adesso basta aspettare.
Nel gennaio 2016 abbiamo lanciato la nostra iniziativa “per il rafforzamento della formazione politica (SÌ a una materia “Politica”)”.
Ciò che chiediamo è semplice e inequivocabile: una materia scolastica obbligatoria “Politica”, che a ogni allievo impartisca, durante la scuola obbligatoria almeno un anno, una lezione settimanale. Altrimenti, la formazione politica verrà più o meno trascurata dai docenti, con la possibilità addirittura che questo essenziale tema sia infine tralasciato.
Oltre alle basi politiche, questa nuova materia dovrebbe tuttavia anche comprendere temi attuali, giovani (o anche sperimentati) politici e politiche dovrebbero essere invitati a tavole rotonde, all’interno delle classi dovrebbero essere dibattuti temi attuali e proposte in votazione – noi siamo convinti che molte di queste discussioni continuerebbero anche dopo la fine della lezione. Molti di quelli che, per loro stessa ammissione, trovano la politica estremamente noiosa, sono spesso alla fine i più vivaci e attivi partecipanti alla discussione, non appena si tratta di divieto del burqa, dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, della legalizzazione della cannabis o altri temi scottanti o interessanti per i giovani.
Parecchi giovani s’interessano a temi politici ma, a causa della connotazione negativa e arida del termine “politica”, spesso non ne sono (ancora) coscienti. Proprio per questo, bisogna prenderli, risvegliare il loro interesse politico, far sì che si formino la loro propria opinione e lasciare, per esempio, che la sostengano nell’ambito di discussioni di classe. Una volta che l’interesse è risvegliato, non sembra più così noioso anche imparare qualcosa sulle basi del nostro sistema politico; e si è così creata una stupenda base per una generazione interessata e attiva in politica.
La democrazia è il potere del popolo e presuppone quindi la partecipazione di cittadine e cittadini informati e volonterosi.
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Qui di seguito la traduzione in italiano del testo dell’iniziativa.
La Legge sulla scuola di Basilea-Città (SGS 410.100) è completata con l’art. 68b:
1) Il programma della scuola obbligatoria comprende, per almeno un anno scolastico, la materia “Politica”.
2) Le allieve e gli allievi possono così:
- imparare come funzionino e come siano formati il sistema politico e le relative leggi e la separazione dei poteri nella Confederazione, nei cantoni e nei comuni;
- prendere posizione autonomamente nel dibattito politico attuale, in particolare votazioni ed elezioni, motivando la loro opinione;
- fare esperienza pratica nella formazione politica tramite attività scolastiche e progetti specifici.
3) Il numero massimo autorizzato di lezioni non deve essere superato, ma la materia “Politica” non può essere ridotta.